31 maggio 2007

Così parlò Padre Pio


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Pio da Pietrelcina (1887-1968)

Così parlò Padre Pio ai suoi figli spirituali.
Sono raccolti qui frasi sue, come citazioni fuori contesto.
Il contesto di queste espressioni, non è citabile per iscritto e consiste nel tipo unico di rapporto che il Padre stabiliva, con ogni singolo suo figlio.


Amor di Dio

- Padre, non arrivo a comprendere come mai Dio ci ama tanto.
Il vero motivo è che Dio è amore diffusivo: non si contenta se non si dà tutto.

- Padre, quanto è buono il Signore: mi ha dato e mi dà sempre !
E quello che ti darà !

- Il Signore si piega sempre alla mia piccolezza. Non si stancherà ?
Non si stanca, no !

- Padre, il Signore è generoso con me e io non lo sono con lui.
Ma tu l'ami: se non ti riesce di fare cose grandi, umiliati.

- Padre, l'amore di Dio è un dono, ottenetemi questo dono.
Ma si, te lo darà !

- Padre, ho pianto, perché non sento più l'amore di Dio.
Lo sentirai quando finirà la prova.

- Padre, vedo che, in verità, non ho cuore, non so amare Gesù.
Gesù dice: << Chi mi ama osserva i miei comandamenti >>. Con le prove si ama il Signore. Osserva i suoi comandamenti, fa i doveri del tuo stato per amor suo e tu l'ami.





30 maggio 2007

Il Profumo di Roma

Roma! nome pieno di mistero.

Dal momento che codesto nome si levò su le nazioni, nessuna voce l’ha mai pronunziato senz’odio o senza amore, e non si sa se maggiore sia stato l’ardore dell’odio, o la passione dell’amore. Mentre la vanità dello spirito moderno si vanta di conciliar tutto, l’odio e l’amore di Roma continuano la loro lotta, più aspra che mai. Roma trionfante, dominatrice delle nazioni! Roma assoggettò tutta la terra e si nutrì della carne dell’umanità intera; Roma prese tra le sue braccia potenti il genere umano, come un bambino malaticcio, e gli fece respirar l’aria salubre delle cime, l’ha nutrito delle carni di Gesù, il Dio vivente.
Dio sia benedetto! Io sono fra coloro che Roma accolse tra le sue braccia, feriti, minacciati della vecchia morte del peccato. La sua mano luminosa mi ha trasportato sulle altezze divine, le sue mani materne mi han tratto a respirare l’aere del Cielo, la sua santa mano mi ha nutrito d’un divino alimento. Io ho ricevuto da lei la vita, e le dò in cambio l’amore. Quand’io vidi Roma per la prima volta, ignaro della morte e ancor più della vita, ma agitato da un istinto misterioso: quand’io vidi questa Roma augusta e ne respirai il profumo, allora seppi che cos’era l’amore.
Il profumo di Roma? Quale il Cristianesimo l’ha formata, Roma è la città delle anime. Essa ha un accento che ogni anima può intendere: ma lo spirito senz’anima non può. Lo spirito scettico, nei ministri del culto divino, non vede che la fragilità umana. Nota la macchia sul marmo, la ruga sul viso e domanda ove sia la Divinità. Canticchia una canzonetta mentre s’innalza la preghiera, si copre la fronte quando scende la benedizione. Egli dice alla benedizione: « Cerca altre fronti meno altere della mia; la mano che ti accenna non è che una mano mortale! » Così, attraverso la Città santa, lo spirito orgoglioso si ostina e si gonfia di superbia tamquam pullus onagri.
Goethe, spirito pagano, non ha conosciuto la vera Roma. Egli si è fermato all’involucro esteriore. Ne respirò il profumo, alla guisa di quei profani che s’introducono quasi furtivamente nei nostri templi, e rimangono estasiati, ma non sanno che gl’inni e i vestimenti sacri e il fumo dell’incenso sono anch’essi una preghiera. Goethe, da buon pagano, ricantava i poveri versi d’Ovidio, e portò l’ultimo suo saluto al Campidoglio. La grande Roma cristiana, ancora una volta padrona del mondo, questa Roma spirituale, nostro amore e nostra gloria, egli l’ha appena intraveduta.
Vederla e comprenderla è dato solo all’occhio semplice della fede. Come Iddio che la riempie, essa si nasconde ai superbi. L’orgoglio dello spirito la percorre, ma non la discopre. Felice colui che può sospettare almeno che essa esiste, sentendone in cuore l’influsso benigno!L’umile che di lontano s’è inginocchiato dinanzi alla Croce imperitura, che ha toccato con la sua fronte il pavimento santo; il figlio della Chiesa che ricorda Cesare ma onora Pietro, è il vero ospite di Roma. Essa parlerà al suo cuore.Come la casa del padre è aperta al figlio amorevole, così Roma pure gli è aperta. Egli percepirà il senso delle sue armonie, il fascino travolgente de’ suoi profumi; la comprenderà e l’amerà e porterà in cuore il ricordo imperituro del suo amore. O Dio del cielo e della terra, che avete scelto Roma come un punto tra il cielo e la terra, nel quale Voi degnate scendere e a noi è dato salire, affine di poter gettare uno sguardo negli splendori del Cielo, e di vederVi e di toccarVi e di ricevere nelle nostre orecchie mortali l’eco del suono della Vostra voce;O Dio degli angeli e degli uomini, Dio dei poveri, Dio dei deboli, Dio clemente che create in noi i buoni desideri e li ascoltate;Siate benedetto d’avermi chiamato nella vostra Roma, d’avermene rivelato i profumi, d’avere aperta la mia intelligenza alla sua parola, d’aver purificati e illuminati gli occhi miei nella sua luce! In quell’istante io conobbi il Cielo e la terra, conobbi me stesso e Voi!In quell’istante io pensai ai miei antenati sconosciuti. Chi recò loro la fede? Da quale sorgente sgorgò il ruscello che doveva giungere fino al loro povero accampamento selvaggio? Fu un legato di Roma che segnò la Croce sulla loro fronte.
Divenuti figli di Dio, vissero consolati all’ombra della Croce. Quando si trattò di strappare loro la Croce, e con essa la loro eredità divina, allora accorsero in loro difesa i legati di Roma e la luce rimase nelle loro anime, e la libertà e la speranza consolarono ancora i loro cuori, e mi trasmisero un sangue cristiano.
O Roma, o dolce madre dei popoli, sii benedetta pei doni che hai largito a’ miei padri; sii benedetta per le gioie che hai versato durante tanti secoli su questi umili lavoratori, povera gente destinata alla fatica e alle pene!Sii benedetta per le virtù che tu loro insegnasti, per le umili preghiere che ponesti sul loro labbro, per le briciole di pane e le gocciole d’acqua che essi, nella loro miseria, offersero agli indigenti; sii benedetta pei raggi che illuminarono le loro fronti madide di sudore!

Louis Veuillot

02 maggio 2007

Che la pioggia sia con voi

Chi si ripara all'ombra della frasca; piglia l'acqua che cade più quella che casca.

I profeti di sventura sono sempre all'erta e non perdono mai occasione per predirre grandi sciagure per la madre terra , quella che loro chiamano Gaia.
I nemici della terra sarebbero gli esseri umani e le loro attività. Addirittura le vacche emettono più gas inquinanti e destabilizzanti di tutte le raffinerie di petrolio.
Vorrebbero dimezzare la vita delle vacche oppure modificare la loro digestione che produce gas metano facendo bere loro olio di fegato di merluzzo che andrebbe bene ma poi darebbe bistecche al sapore di pesce. Insomma un bel problema che ci ricorda la crisi della mucca pazza che fù procurata proprio da questi amanti del ciclo naturale delle cose e che imposero appunto la alimentazione delle vacche erbivore con mangimi a base di carcasse animali.
Il risultato fu il sopraggiungere della crisi, che fu poi ampiamente esagerata e gonfiata ad arte sempre per creare problemi all'uomo responsabile della agonia del pianeta.

Bisogna smettere di vivere come ci spiega chiaramente il sito web dei radicali rientro dolce.
Gli obiettivi dell'associazione "rientro dolce" è quello di eliminare gli esseri umani dalla terra in quanto responsabili ..."<< L'Associazione individua nell'attuale crescita incontrollata della popolazione mondiale la causa prima della crisi umanitaria, ecologica, energetica e alimentare attraversata dal pianeta >> " per poi rassicurare proclamando..."<< vengano adottate misure dirette ad una consistente riduzione della popolazione totale del pianeta secondo una modalità "dolce", nel rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali >> "

Il responsabile della crisi è l'uomo e le sue attività agricole e di allevamento e allora ecco che con la soppressione "dolce" del surplus di popolazione si restituisce alla terra la sua linfa vitale.
Sappiamo che non è vero; che gli esseri influiscono sul consumo di ossigeno e nella emissione di gas inquinanti per una percentuale dello zero virgola e gli scienziati onesti lo sanno.
L'ossigeno che consumano solamente gli insetti del pianeta è migliaia di volte quello che consumano gli esseri umani

In questo momento è in voga la carenza di acqua e la siccità incombente; ma dove finisce l'acqua ? Non è forse vero che quella che c'è, ed è il 70% della superfice della terra, da una parte scorre via dal lavandino per poi proseguire nel suo viaggio per poi ritornare nelle nostre tubazioni di casa ? Non siamo forse noi eredi dei romani che con i loro 12 acquedotti regolavano e soddisfacevano il fabbisogno degli esseri umani ?
Alla fine il problema è l'uomo e in un modo o nell'altro la colpa ricade sempre su di lui come accade all'agnello della favola di Fedro che si abbevera nel ruscello e viene accusato con ogni pretesto dal lupo.

Che la pioggia sia con tutti voi e vi arrechi sollievo; una pioggia provvidenziale, come ha detto recentemente il Santo Padre Benedetto XVI, che vi renda più forti e pazienti contro quello che si inventeranno in caso di un estate piovosa.